venerdì 2 ottobre 2015

UNA ROMA COI BAFFI

UNA ROMA COI BAFFI


Tanti anni fa, sfogliando l'album dei calciatori Panini ci si imbatteva in magliette di flanella pesantissime o in protagonisti della pedata che con l'estetica non ci andavano giù sottili. Dal pacchetto ci si poteva imbattere in silouhettes di calciatori con la "chierica" o con il volto scavato dai sacrifici di carriere non sempre facili oppure con dei folti baffi. Di termini come metrosexual o wags non esisteva traccia alcuna ma in quel calcio ancora molto romantico il giocatore baffuto rappresentava un non so che di curioso nell'immaginario collettivo di chi si cimentava in emulazioni più o meno probabili sui campetti oratoriali o di periferia. Il "Baffo" era una sorta di fratello maggiore da imitare, un punto di riferimento in cui identificarsi mentre le partitelle alla tedesca scandivano quei lunghi placidi pomeriggi estivi.



Da qui nasce l'idea di "Una Roma coi baffi", un piccolo e mal confezionato tributo d'altri tempi. Come dimenticare le parate e i vaffa del sanguigno romagnolo Paolo Conti, la rudezza di Boni e di Emidio Oddi, la grinta del grande Maldera III, lo stile compassato di Prohaska, la classe pura di Toninho Cerezo, i gol del bomber Pruzzo e del sommo Rudi Voeller e il cuore d'oro di Astutillo Malgioglio.

Tutti giallorossi, tutti con i baffi, tutti con una marcia in più.  






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